mercoledì 9 giugno 2010

Esigenza di lavorare con metodo



Sono in crescita i genitori di bambini di età compresa tra i 4 e i 36 mesi che richiedono un’impostazione delle lezioni di acquaticità che vada oltre il semplice divertimento fine a se stesso e che li “apra” a nuove prospettive di gioco e di coinvolgimento non casuale, da cui emergano graduali ed evidenti evoluzioni acquatiche. Non è più sufficiente intrattenere i bambini con coccole, sorrisi, qualche paperotto e immersione; i genitori leggono, s’informano, navigano in internet, si confrontano e sono sempre più consapevoli delle potenzialità di questa fascia d’età. Desiderano offrire il meglio ai propri figli, ricercano, anche nel settore acquatico, un servizio con guide esperte e preparate che li “istruiscano”sul da farsi.

Fonte: Rivista Happy Aquatics http://www.euroaquatic.it/happyaquatics/

lunedì 31 maggio 2010

Pratica psicomotoria: Aucuturier


La via psicomotoria è la via attraverso cui il bambino esprime, ricerca ed elabora tutta la propria sfera emozionale. Offre un percorso che va dal corpo all'emozione aiutando il bambino ad elaborare il proprio mondo emozionale e a crescere lungo il suo percorso.

Il movimento, l’uso dello spazio, del tempo, degli oggetti, dei giochi, della postura, la tonicità, l’uso della voce, dello sguardo ecc., tutte le produzioni del corpo che in un percorso cognitivo
sono usate per conoscere, sperimentare, per dominare il mondo esterno, nella pratica psicomotoria sono contemporaneamente usate per esprimere ed elaborare il proprio mondo emozionale interno.

La pratica psicomotoria si fonda su tre momenti:
•Mettere il soggetto in condizione di ricevere delle informazioni attraverso le vie sensoriali interne ed esterne.
•Favorire un presa di coscienza di tali informazioni.
•Favorire una elaborazione mentale che implichi una ristrutturazione dell’Io.

Secondo la psicomotricità il semplice “fare movimento” non è produttivo se non viene favorita l’elaborazione mentale successiva, se le sensazioni che derivano dal movimento non diventano rappresentazioni.

Al nido tutte le conoscenze passano attraverso il corpo, riguardano:
Conoscenza del proprio corpo
Conoscenza della realtà (forme, colori, grandezze…)
Conoscenza dei rapporti spaziali e temporali (sopra
sotto, dentro fuori, prima dopo…)
Conoscenza di sé e degli altri

Attività orientate verso lo spazio e gli oggetti quali camminare, correre, saltare e arrampicarsi e attività basate sul disequilibrio (dondolii, corse in cerchio, cadute…).
Il piacere senso motorio crea la connessione tra le sensazioni corporee e gli stati tonico-emozionali del bambino.

Per capire il significato del movimento senso-motorio si deve partire dal movimento
fusionale, che permetterà, da un punto di vista evolutivo, la nascita del movimento stesso inteso come piacere e consapevolezza di agire con il proprio corpo nello spazio e sugli oggetti.



Fonte: Materiale didattico Docente Giuliana Pento Università degli Studi di Padova

domenica 30 maggio 2010

Ruolo del genitore


La collaborazione del genitore è indispensabile, egli riveste un duplice ruolo: un sostegno per il bambino, e suo complice nel divertimento acquatico. Diviene comunque molto importante la tranquillità che i genitori sapranno trasmettere al piccolo.

Il bambino può cavarsela da solo in acqua?
La presenza del genitore in acqua è un punto fermo. L'obiettivo di un corso di acquaticità neonatale con bimbi da 0 a tre anni è l'ambientamento in acqua genitore-bambino per favorire una crescita e uno sviluppo armonioso. L'esperienza in acqua deve soprattutto coinvolgere il corpo, le relazioni e la cultura. Non è importante che il genitore sappia nuotare bene ma il suo atteggiamento. In genere il corso viene svolto in acqua bassa, in completa sicurezza.

Fonte: rivista Happy Acquatics

sabato 29 maggio 2010

Atteggiamento dei genitori

Il successo in acqua del bambino dipende molto dall'atteggiamento dei genitori
  • Partecipazione costante e continua nel tempo delle lezioni.
  • Disponibilità a partecipare attivamente alle attività e ai giochi mettendosi allo stesso livello del bambino e facendosi coinvolgere sia fisicamente che emotivamente.
  • Trasmettere al bambino il proprio entusiasmo e piacere nel frequentare la piscina.
  • Arrivare puntuali alle lezioni, senza fretta e tensione, per potere trasmettere calma e tranquillità al bambino fin dagli spogliatoi.
  • Superare le proprie paure dell'acqua.
  • Avere un atteggiamento di fiducia nei confronti del bambino e delle sue possibilità di riuscire con successo nelle varie attività, senza però avere alcuna aspettativa di risultati immediati.
  • Accettare il bambino con i suoi limiti, le sue paure, i suoi sbalzi d'umore e a volte con le sue giornate particolari.
  • Incoraggiare ed incentivare ogni suo tentativo di partecipazione.
  • Apprezzare ogni minima conquista raggiunta.
  • Lasciarli lo spazio per sperimentare la sua autonomia ma essere sempre disponibili a riaccoglierlo e a rassicurarlo ogni qualvolta ne senta la necessità.
  • Avere un atteggiamento di fiducia nei confronti dell'insegnante.
Fonte: Materiale fornito da una Operatore di Acquaticità Neonatale

giovedì 27 maggio 2010

Lo sviluppo a 24-36 mesi


  • Acquisisce la capacità del controllo degli sfinteri.
  • Coordina più azioni segmentate (ad esempio pedalare e controllare il manubrio, prendere la rincorsa e calciare...).
  • Sperimenta i salti e le capriole.
  • Compie autonomamente semplici azioni sulla propria persona: infila scarpe, toglie i pantaloni, slaccia le cerniere, sfila il cappotto.

mercoledì 26 maggio 2010

Lo sviluppo da 18 a 24 mesi



  • Attività motoria sempre più complessa: sa camminare in avanti, di lato, all'indietro.
  • Prova, sperimenta e si esercita in continuazione.
  • Miglior coordinazione oculo-mano.
  • Riempie, svuota, travasa, solleva, trasporta, spinge, tira, lancia, si arrampica.
  • Ama scarabocchiare. Usa gli oggetti più propriamente. Non mette più tutto in bocca.
  • Vuole correre in discesa e in salita e così pure se è su un mezzo tipo macchinetta senza pedali.

martedì 25 maggio 2010

Lo sviluppo da 14 a 18 mesi



  • Perfezionamento della motricità globale.
  • Maggior sicurezza nel camminare e nel salire e scendere dalle scale.
  • Aumenta l'attività di esplorazione.
  • Impara ad alzarsi da terra senza appigli.
  • Si piega in avanti senza cadere per prendere un gioco.
  • Migliora la motricità fine: vuole scrivere, infilare nei buchi, incastrare e girare le pagine da solo.

lunedì 24 maggio 2010

Lo sviluppo da 8 a 14 mesi

  • Gattona con sicurezza.
  • Raggiunge da solo la posizione seduta e si regge sicuro.
  • Si mette con sicurezza in piedi e ritorna giù.
  • Si sposta lateralmente tenendosi. Scopre la possibilità delle dita della mano: gratta, indica, usa la presa a pinza tra il pollice e le altre dita per prendere oggetti piatti.
  • Da seduto si volta per prendere un oggetto senza oscillare.
  • Migliora sempre più il suo equilibrio quando è in piedi.
  • Cerca mezzi per camminare in avanti (sedie piccole, scatole, gambe dei genitori...)
  • Intorno ai 11 mesi riesce a camminare se tenuto per una mano. Sta in piedi da solo, impara a camminare.
  • Migliora la coordinazione oculo-mano (vuole mangiare, bere...).

domenica 23 maggio 2010

Lo sviluppo da 4 a 8 mesi

  • Regge bene il capo.
  • Si gira da prono a supino a viceversa.
  • Nasce e si consolida il movimento VOLONTARIO. Vede i giochi e si sforza di afferrarli.
  • A 4 mesi afferra gli oggetti con il palmo della mano ma non sa ancora rilasciarli.
  • Seleziona i movimenti opportuni per strisciare.
  • Gratta tutto con le dita.
  • Verso i 5/6 mesi impara a strisciare e si sposta nello spazio circostante e la muscolatura si rinforza col movimento continuo.
  • Si scopre i piedi e li porta alla bocca. Usa le mani volontariamente per afferrare, portare alla bocca, manipolare oggetti, lasciarli andare. Si mette in quadrupedia e dondola.
  • Intorno ai 7/8 mesi impara a gattonare. Cerca appigli per stare in posizione eretta, prende i giochi, li annusa, li mette in bocca, li scuote, li lascia cadere. Impara a stare seduto da solo.

Lo sviluppo da 0 a 4 mesi



  • Alla nascita si osserva una preminenza della posizione fetale, con gambe e braccia rannicchiate. Ipotonia del dorso e del collo. Mani prevalentemente chiuse. Non è in grado di sostenere il capo, se non per girarsi se è prono.
  • Intorno ai 2 mesi di vita impara a tenere maggiormente sollevata la testa quando è prono fino a reggerla con sicurezza.
  • Si appoggia sugli avambracci sollevando leggermente la spalla, la muscolatura è maggiormente rilassata.
  • In posizione prona mantiene a lungo sollevato il capo per guardare ciò che lo interessa e si appoggia sulle mani.
  • In posizione supina pedala, muove gli arti superiori, casualmente colpisce i pendagli e vuole ripetere l'azione.
  • A 4 mesi gira la testa a destra e a sinistra per guardare.
  • Il capo non ciondola più, e in posizione supina compie movimenti di braccia più volontari.
  • Inarcandosi riesce a girarsi ritrovandosi di fianco e casualmente a pancia in giù.
  • Scopre le sue mani e le osserva a lungo se entrano nel suo campo visivo.

La figura dell'istruttore e gli obiettivi in acqua



La figura dell'istruttore, in un primo momento è quella del suggeritore che insegna al genitore le prese e l'utilizzo del materiale didattico, guida ed insegna giochi e canzoncine, stimola, consiglia, frena gli entusiasmi e tranquillizza.
Solo in un secondo momento, che in genere si concretizza intorno ai 24 mesi, l'insegnante si potrà sostituire completamente al genitore come figura di riferimento in acqua.
Raggiungere questo obiettivo è indispensabile per lo sviluppo dell'autonomia e della sicurezza del bambino, ma è comunque necessario che si sia instaurato un rapporto di fiducia con l'istruttore e che il bambino sia pronto per socializzare con i suoi compagni.

Per ciascuna fascia d'età gli obiettivi generali sono indirizzati verso lo sviluppo globale del bambino:
  • rafforzare il legame genitore-bambino per un miglioramento del controllo emotivo, per favorire la sicurezza, la fiducia di sé, l'autostima, l'autonomia con conseguente gestione dell'ansia da distacco;
  • miglioramento delle capacità di interazione con l'ambiente, accelerazione dei processi di socializzazione, rispetto delle prime regole comportamentali.

Gli obiettivi specifici sono indirizzati verso:
  • il miglioramento delle condizioni fisiche del bambino, rafforzando il sistema cardiocircolatorio, respiratorio, l'apparato scheletrico e muscolare;
  • il miglioramento delle capacità di coordinazione motoria, di apprendimento, di comprensione, di linguaggio e di concentrazione;
  • trasmettere la gioia, il divertimento, l'amore per l'ambiente acquatico. Emozioni che si possono trasmettere solo se si provano. Se un genitore prova sentimenti diversi da questi è bene all'inizio il bambino entri in acqua con l'altro genitore o con uno zio, con la nonna, con qualcuno che sia per lui una figura di riferimento fino a quando non sarà in grado di stare senza accompagnatore;


sabato 22 maggio 2010

Che cos'è un corso di nuoto per un bambino al di sotto dei 3 anni? - Proposte in acqua






Che cos'è un corso di nuoto per un bambino al di sotto dei 3 anni?

Sicuramente non è un corso di nuoto!
Esso deve costituire un'attività motoria che, in allegria e con tutto l'amore possibile, favorisca uno sviluppo armonico del bambino da tutti i punti di vista: psico-motorio, cognitivo, emotivo.

L'acqua è un gioioso pretesto per fare tutto questo e per dare ai genitori qualche informazione in più sulle varie fasi di crescita del loro bambino.
Il cervello alla nascita, non avendo ancora terminato il suo sviluppo, è immaturo nelle strutture celebrali superiori.
Quindi, assumono grande importanza i primi tre anni di vita nei quali è necessaria una giusta stimolazione motoria e percettiva.
Per cui è necessario avere ben chiaro quali siano i canali percettivi, le capacità da stimolare e le esigenze specifiche nelle varie fasce d'età, per poter proporre una serie di stimoli e di esercizi mirati, che sino percepibili ed adeguati all'età del bambino.
Lo sviluppo degli schemi motori di base terrestri è ereditario e fa parte della memoria della nostra specie. Dipende dallo sviluppo biologico dell'apparato locomotore, del sistema nervoso centrale e dagli stimoli provenienti dall'ambiente esterno.
Gli schemi si sviluppano in sequenza ed ognuno include il precedente.

In acqua invece, ogni schema motorio è acquisito solo grazie all'esperienza specifica, dipende dalla morfologia, dal peso specifico, dalla mobilità articolare e dalla maturazione del sistema nervoso.
Uno schema può non includere il precedente, la sua acquisizione è legata anche allo stato emotivo con cui viene appreso e alla serenità della persona da cui viene proposto.

venerdì 21 maggio 2010

Costruire fondamenta solide

La sollecitazione della forza deve avvenire in modo naturale (correre, saltare, arrampicarsi); poca forza crea scompensi posturali.
Essa favorisce: la stabilizzazione delle articolazioni; la crescita della massa ossea; la propriocezione; la coordinazione; la risposta di diversi gruppi muscolari.

Lo stesso vale per la resistenza: molti giochi di movimento rappresentano una buona occasione per favorirla. In questo modo i bambini possono "proteggere" il loro cuore.

Le ossa si adeguano allo sforzo irrobustendosi: una regolare attività fisica stimola l'osteogenesi; i giochi in cui si eseguono i salti sollecitano densità e stabilità ossea; i bambini attivi hanno una densità ossea maggiore di quelli inattivi.

Necessario quindi soddisfare nel bambino il suo bisogno di movimento e di essere fisicamente attivo. ai bambini piace molto muoversi, condividere questa esperienza con gli altri, mettere alla prova la propria destrezza e competenza, nonché sperimentare le sfide, il successo e il piacere dell'azione. Essi hanno il diritto di correre, saltare, arrampicarsi in modo naturale, giocare con la corda e le funicelle, con la palla, danzare, ecc. Per loro, un'attività molteplice, ricca e variegata rappresenta la soluzione più idonea per migliorare la motricità e per gettare quelle basi necessarie a costruire e conservare una struttura fisica e mentale che sia la naturale difesa per la salute. Oltre a questo si ritiene indispensabile rendere partecipe il bambino, fin dalla scuola dell'infanzia, delle sue esperienze e dei suoi vissuti coinvolgendolo attivamente e sviluppando in lui conoscenze e atteggiamenti positivi orientati alla salute con la convinzione che avrà più possibilità di scegliere da adulto uno stile di vita attivo.


Fonte: Materiale didattico Docente Giuliana Pento Università degli Studi di Padova

giovedì 20 maggio 2010

Attività motoria e salute


L'attività motoria influisce in modo specifico e significativo sulla dimensione biologica e strutturale della persona. I suoi effetti sono fuori discussione e si rende necessaria una particolare riflessione a seguito del cambiamento che la società occidentale sta vivendo da qualche decennio, cambiamento che ha portato a modificare radicalmente le abitudini di vita dei bambini in ogni loro aspetto, soprattutto nel tempo del gioco e nella quantità di movimento.
la maggior parte dei bambini si muove poco rispetto ad un tempo. Il gioco di movimento è limitato da abitazioni poco spaziose e inadeguate per la libera esplorazione, sono scomparsi i cortili in favore dei garage condominiali, mancano spazi verdi e attrezzati dove potere giocare con sicurezza, le strade sono intasate dalle automobili e quindi pericolose.

La scarsa attività fisica comporta quindi preoccupanti conseguenze per la salute ed è una delle prime cause dell'obesità infantile.
per quanto riguarda l'età infantile si è visto, ad esempio, che molti bambini presentano alcuni deficit motori che normalmente non dovrebbero essere presenti: la metà di essi, a sei anni, ha problemi di equilibrio, ha difficoltà ad orientarsi nello spazio, non sa eseguire una capovolta e spesso, quando effettua giochi di corsa, inciampa e cade facilmente. Alcuni hanno poca resistenza rispetto ad un tempo e un recupero più lento.

I bambini a cui non è concesso di fare sufficienti esperienze di movimento presentano problemi di coordinazione, non sollecitano la loro muscolatura, sono insicuri e tendono a muoversi ancora meno.

Fonte: Materiale didattico Docente Giuliana Pento Università degli Studi di Padova

mercoledì 19 maggio 2010

Ritardi nello sviluppo motorio



Se osserviamo i bambini al giorno d'oggi ci accorgiamo però che non c'è sempre una corrispondenza tra le esigenze psichiche e le capacità motorie che dovrebbero soddisfarle.

La maggior parte dei bambini diventa autonoma , tramite il gattonare soltanto verso gli 8-10 mesi ed una parte inizia addirittura a camminare verso i 12-14 mesi senza avere mai strisciato o gattonato.

martedì 18 maggio 2010

Acquaticità - I benefici sul bambino


In età pediatrica l'ambiente stimolante dell'acqua offre notevoli vantaggi al bambino.

PIANO PSICO-FISICO
Raggiungimento di una precoce autonomia acquatica. Rafforzamento del sistema circolatorio e respiratorio. Miglioramento della tonicità muscolare (aumento forza e resistenza fisica). Rafforzamento dell'apparato scheletrico, stimolato da continue sollecitazioni muscolari. Miglioramento dell'equilibrio dovuto agli adattamenti corporei che il bambino deve mettere continuamente in atto. Sviluppo di una maggiore agilità e coordinazione. Prevenzione dell'obesità. Rafforzamento del sistema immunitario grazie all'adattamento a più temperature, al contatto con altri bambini e conseguente riduzione delle manifestazioni allergiche. Stimolo delle capacità di rilassarsi grazie a galleggiamenti vari. Affinamento degli schemi motori di base.

PIANO COGNITIVO
I vari stimoli sensoriali estremamente diversificati rispetto a quelli percepiti fuori dall'acqua permettono al bambino di potenziare maggiormente il sistema nervoso e a cercare soluzioni e risposte di adattamento diversificate a seconda delle diverse situazioni che gli si presentano, affinando così la sua intelligenza.
I vari giochi e attività proposte, se adatte alla sua età sollecitano non solo le sue capacità motorie, ma anche le sue capacità logiche: attenzione, discriminazione, riconoscimento, associazione, abbinamento, memoria, numerazione, ordinamento.
Ciò rappresenterà un ottima base per tutti gli apprendimenti futuri, anche a livello scolastico, soprattutto se il genitore ripropone le attività anche a casa.
Le brevi, semplici e ripetitive canzoncine proposte, molto coinvolgenti sia per il bambino che per il genitore, abbinate a facili movimenti coordinativi, comunque impegnativi per il bambino, favoriranno ulteriormente la sua capacità di memoria oltre che il suo senso musicale.

PIANO AFFETTIVO E RELAZIONALE
Maggior percezione del corpo, fiducia in sé e nelle proprie capacità e la sua conseguente sicurezza ed autostima; l'opportunità di godere di un momento esclusivo per giocare e divertirsi col genitore a sua disposizione, permetterà di ritrovare un rapporto di condivisione e di crescita, di contatto pelle su pelle.
Possibilità di fantasticare, di immaginare e di provare sensazioni piacevoli e divertenti grazie ai giochi simbolici ed affettivi.
Possibilità di stare con altri bambini, osservarli, riconoscerli, interagire in maniera sempre più ricca. Sperimentare la condivisione di giochi e materiali. Conoscere altri adulti significativi e di riferimento. Possibilità di ritrovare sensazioni della vita prenatale. Possibilità di confrontarsi con le proprie paure e di superarle.

Fonte: Materiale informativo fornito dal Centro Acqua di Fellette - VI

lunedì 17 maggio 2010

Premessa - Percorso Acquaticità Neonatale


Tutti i bambini, nascono con una buona acquaticità, amano l'acqua e non la temono visti i loro primi mesi di vita trascorsi in ambiente liquido.
I neonati non sono infastiditi se il loro viso viene immerso per il riflesso d'apnea e presentano dei riflessi di galleggiamento che permettono loro di rimanere a galla in posizione supina.
Se ai neonati viene permesso di ritrovare il contatto con l'acqua anche dopo la nascita, in piscina o al mare, spontaneamente non appena raggiungono una sufficiente maturazione neurologica e muscolare riescono a stare a galla e a spostarsi autonomamente e volontariamente nell'acqua senza che nessuno glielo insegni, così come riescono a gattonare e a camminare.

Un percorso di Acquaticità Neonatale non dovrebbe quindi porsi l'obiettivo di insegnare a nuotare ma di favorire che questo processo avvenga spontaneamente.

Più che insegnare una tecnica risulta più utile: motivare i genitori affinché diano la possibilità ai loro figli di frequentare precocemente, con costanza e continuità lo spazio piscina; incoraggiare a comunicare con intelligenza emotiva accettando le proprie emozioni e quelle dei loro figli; sdrammatizzando ansie e paure e riducendo le loro elevate aspettative.
Per rendere più efficace e positiva l'esperienza in acqua del bambino occorre: rassicurare e entusiasmare i genitori, coinvolgerli emotivamente nei giochi, invitarli ad incoraggiare e ad apprezzare i loro figli per quello che sono; trasmettere al genitore le conoscenze sul bambino e l'interesse a leggere e a partecipare a incontri informativi affinchè lo possano capire meglio; creare un ambiente ludico arricchente e stimolante, diversificato per le diverse fasce d'età; tutto questo in un clima di disponibilità e fiducia reciproca, per vedere emergere le grandi potenzialità dei bambini, sia di adattamento all'acqua, sia di espressione della loro personalità.

Curiosità, intraprendenza, creatività, autonomia, intelligenza emotiva e sociale saranno caratteristiche comuni a quei bambini i cui genitori, stimolati dall'ambiente piscina, sapranno cogliere anche fuori dall'acqua ogni opportunità per far fare esperienze arricchenti ai loro figli.

Tutto ciò che riusciremo ad offrire al bambino nei primi anni di vita, in termini di esperienze affettive, ludico - motorie, linguistiche, logiche e sociali, sarà un prestigioso bagaglio che il bambino si porterà dietro per tutta la vita e che costituirà una ricca base di riferimento su cui poggeranno gli apprendimenti futuri.

Più ampia sarà la base e maggiori saranno le possibilità per il bambino che diventerà adulto di realizzarsi e di avere successo nella vita.

domenica 16 maggio 2010

Il corpo al centro della personalità del bambino


Nel corpo si realizzano e prendono senso gli eventi e le situazioni della vita poiché il corpo non solo è alla base di ogni conoscenza ma anche il mezzo di relazione e comunicazione col mondo esterno. Infatti, fin dalla nascita è sede di investimenti pulsionali legati alla relazione con il mondo perché, prima ancora di utilizzare la parola, il bambino si fa capire attraverso il grido, il gorgheggio, il sorriso, il pianto, il rossore, la contrazione muscolare, la distensione e la chiusura, l'accettazione e il rifiuto, comportamenti questi che hanno una forte connotazione corporea.
Il bambino poi, dato che è un essere non ancora compiutamente formato, necessita di assistenza continua, di contatti, di calore e di protezione e ciò avviene attraverso un rapporto essenzialmente corporeo con l'altro.
I suoi stati di benessere, di malessere o di bisogno ricevono una precisa risposta da chi si prende cura di lui, non solo per mezzo delle parole o dal tono della voce ma soprattutto da atteggiamenti, gesti e azioni.
Questo tipo di comunicazione ha come tramite il sistema muscolare e ciò che principalmente viene avvertita è ogni variazione tonica e motoria legata in modo stretto a quella emozionale. Una persona, infatti, nel prendersi cura del bambino può comunicare, e ciò passa indiscutibilmente attraverso il tono muscolare, distensione o tensione, sicurezza o incertezza, serenità o preoccupazione ed è attraverso questo dialogo essenzialmente corporeo che si creano lo scambio e la comunicazione vera.
In particolare tale comunicazione, definita fusionale, è ritenuta essenziale per la sicurezza affettiva del bambino ed è proprio su tale base che si struttura l'affettività dell'individuo.
Molti studi sostengono che questa tappa condiziona in parte l'avvenire dell'essere e il dialogo corporeo rappresenta la fase primaria e fondamentale della comunicazione con il mondo e la base di ogni accordo autentico e futuro con l'altro. La qualità delle future relazioni con gli altri dipende proprio da come queste esperienze sono state vissute ed è da queste situazioni, essenzialmente corporee, che prende il via la dimensione dell'affettività, della relazione e della storia personale di ciascuno.
Si può sostenere che la storia personale di ciascuno è scritta nelle proprie tensioni toniche e che queste sono vissute dal bambino già nei suoi primi contatti con il mondo.

Fonte: Materiale didattico Docente Giuliana Pento Università degli Studi di Padova

venerdì 14 maggio 2010

Parte introduttiva - Stimolazione motoria e percettiva





L'ambiente in cui il bambino fa esperienza deve essere sufficientemente stimolante affinché le potenzialità del bambino si trasformino in capacità e competenze.
Le capacità motorie dei bambini oggi sono peggiorate nonostante le famiglie dedichino molta attenzione all'educazione dei loro bambini, e questo si ripercuote sugli aspetti della personalità e del comportamento.
Dobbiamo fare recuperare al bambino le esperienze motorie di cui ha bisogno, quali attività all'aria aperta, giochi corporei con i compagni. L'ambiente piscina con i giochi e attrezzi per i bambini aiuta a trasmettere ai genitori l'importanza di far fare ai loro bambini esperienze motorie diversificate.

Alla nascita il neonato stabilisce i suoi contatti con il mondo attraverso i sensi: guarda, tocca, annusa, gusta, ascolta tutto ciò che lo circonda. La stimolazione sensoriale va ad attivare e potenziare il sistema nervoso del neonato, aumentando le sue possibilità di riuscire ad interagire attivamente.. Le modifiche che il neonato riesce ad apportare sono da lui recepite in modo positivo, tanto che lo invogliano sempre più a scoprire, a conoscere e a recepire.

Durante i primi mesi , la possibilità del neonato di interagire con ciò che gli sta attorno dipende totalmente dai genitori o comunque dagli adulti che lo accudiscono, e l'adulto riesce a soddisfare bene le sue richieste che non sono ancora elevatissime.
Ma attorno ai 5 o 6 mesi, cresce notevolmente il suo desiderio di giocare, toccare e scoprire e inizia a percepire il limite di dovere continuamente dipendere dall'adulto, che non sempre è pronto a soddisfare a pieno le sue curiosità e la sua voglia di conquista.
Il bambino vorrebbe cambiare gioco ogni minuto e mezzo circa: praticamente il tempo necessario per osservarlo, toccarlo annusarlo, gustarlo, scuoterlo e lanciarlo. Si annoia a vedere sempre gli stessi giochi e vorrebbe continuamente cambiare posto. Soltanto la possibilità di muoversi autonomamente potrà permettergli di soddisfare al meglio queste nuove esigenze, spaziando in un mondo con forme, colori, materiali, suoni estremamente vari, ben diversi dai soliti giochini in gomma o di stoffa offerti dal genitore.

mercoledì 12 maggio 2010

Lo sviluppo motorio 0 - 6

0-1 mese
Dai primi giorni di vita il bambino esercita
riflessi di base: fonazione, suzione,
afferramento, riflessi pupillari e palpebrali.
L’esercizio dei riflessi porta al progressivo
perfezionamento dei meccanismi percettivi e
motori di base e allo sviluppo delle strutture
anatomiche sottostanti.
2-3 mesi controllo del capo;
3-4 mesi primi schemi motori (es.portare
oggetti alla bocca);
4-6 mesi inizio controllo del tronco (es. sta
seduto da solo), prima motricità delle dita;
6-8 mesi controllo completo del tronco (siede
senza appoggio per breve tempo). Controllo
dell’apprensione, afferra due oggetti (uno per
mano) e inizia a utilizzare il pollice nella
prensione;
8-10 mesi: gattona. Conquista la posizione
eretta, primi movimenti di camminata. Afferra
un oggetto con la prensione a pinza;
10-12 sta in piedi da solo, cammina con un
sostegno;
12-18 deambulazione autonoma. Movimenti
più complessi (es. salire le scale da solo a
carponi o se aiutato);
18-24 mesi maggiore coordinazione (corsa);
24-36 mesi possiede alcuni schemi (lancia una
palla, sale su una sedia ecc.)

Le capacita percettivi del neonato
Il neonato mette a fuoco oggetti posti tra 10 a
75 cm dagli occhi;
utilizza il riflesso pupillare per regolare la
quantità di luce da far entrare nell’occhio;
inizia nei primi mesi a discriminare le forme e a
percepire la distanza degli oggetti.
Gli aspetti percettivi sono comunque
determinati dalla stimolazione ambientale.

Le rappresentazioni interne
L’esperienza del movimento favorisce la
formazione di mappe spaziali mentali.
Grazie all’esplorazione attiva dell’ambiente e al
movimento il bambino muta i suoi punti di vista
(uditivi, visivi, tattili) e vive la trasformazione
della realtà.

Sviluppo della coordinazione
1-4 mesi
Attraverso l’esercizio dei riflessi
(afferramento, suzione, fissazione) si iniziano a
strutturare schemi motori semplici centrati sul
proprio corpo. Es. coordinazione tra prensione e
suzione.
8-12 mesi
Il bambino scopre nuovi schemi di
coordinazione centrati sull’effetto dell’azione
(scuote un oggetto per fare rumore). Si
distingue uno scopo dal mezzo impiegato per
raggiungerlo.
12-18 mesi: variazione degli schemi per prove
ed errori. Il bambino sperimenta l’effetto
dell’azione modificando le situazioni (es. far
cadere l’oggetto da posizioni diverse).
18-24 mesi
grazie all’attività rappresentativa il
bambino immagina azioni prima di effettuarle.
Soluzione di problemi pratici.
3 anni
Ha imparato a camminare, correre, salire e
scendere le scale; sa saltare da un gradino
con entrambi i piedi contemporaneamente,
sa rotolare, strisciare, scivolare, ecc.
La differenziazione e l’affinamento di queste
attività proseguiranno negli anni successivi
e si combineranno fra loro con altri schemi.
3 - 4 anni esempi di attività
Cammina senza incertezze e in maniera
automatica.
Corre ma non sempre in modo ciclico.
Afferra gli oggetti, li sa gettare, li esplora
e li sa mettere in contatto l’uno con l’altro.
Riesce a salire le scale alternando i piedi.
Salta da un gradino con entrambi i piedi
contemporaneamente.
Salta un ostacolo sul pavimento se è molto basso.
Sa rotolare, strisciare, scivolare, ecc.
Inizia a tener conto in modo adeguato della
distanza (purché non sia eccessiva) e della
posizione di un obiettivo nel lanciare una palla.
Inizia a camminare all’indietro.
Esegue semplici percorsi.





Fonte: Materiale didattico Docente Giuliana Pento Università degli Studi di Padova
Da corsi speciali abilitanti SCFORMAZIONE Barbara Arfè