domenica 9 maggio 2010

Stimoli orientati allo sviluppo motorio


Posizione prona
La posizione ha un ruolo determinante nell'apprendimento motorio: nella posizione prona il bambino/neonato esercita la sensibilità delle mani e piedi, delle dita, toccando, tastando, aggrappandosi , afferrando e appoggiandosi. Impara a sollevare il capo e rafforza i muscoli della nuca. Può sollevare da solo il tronco e percepire di più il suo ambiente. Respira più profondamente e tranquillamente.

Il neonato deve cambiare posizione e stare supino e di fianco e soprattutto deve potere muoversi liberamente. Deve essere collocato in una superficie che non sia troppo dura né troppo morbida ma tesa ed elastica.

Esercitare il senso del movimento
Il lattante si percepisce da come viene toccato, preso e alzato.
Il senso motorio (senso del movimento) viene sensibilizzato dalla pressione e del tatto della pelle.
Il bambino esercita le sue capacità motorie e sensoriali attraverso il modo in cui lo tocchiamo.

Esempi
Il contatto aumenta il senso di sicurezza. Abbracciamolo stretto in diverse posizioni
(orizzontali e verticali). Culliamolo con attenzione e dolcemente. Muoversi insieme: il bambino impara a muoversi adattandosi ai movimenti dell’adulto. Egli percepisce i mutamenti del movimento dell’adulto. Ripetiamo i movimenti ai quali ha reagito con gioia e lasciamo che gradualmente vi partecipi coscientemente. Evitiamo ogni movimento impetuoso, che presenti
variazioni improvvise.

Esercitare la capacità di appoggiarsi e sostenersi
Verso circa le nove settimame (2 mesi) possiamo iniziare a:
Sostenere il bambino in modo tale che appoggi i piedi anche su superfici diverse (impara a
differenziare le sue reazioni). Da seduti lo possiamo appoggiare sulle cosce andando su e giù.
Si può iniziare a tenerlo per i piedi a testa in giù per favorire successivamente e coscientemente il
movimento di appoggio e piegamento/estensione degli arti (4 mesi).

Esercitare la capacità di correre, arrampicarsi e nuotare
Ogni dito del piede compie un movimento di prensione e di spinta: questa mobilità è importante e va esercitata. L’arco plantare dei piedi è sostenuto soprattutto dai piccoli muscoli delle dita.

Esempi
Tenere i piedi del bambino liberi. Non caricarli di peso corporeo eccessivo (no alla
sovra alimentazione). Stimoliamo il bambino ad appoggiarsi ed arrampicarsi in varie posizioni. Facilitiamo l’estensione di gambe e piedi. Accarezziamo trasversalmente e longitudinalmente
la pianta del piede. Spingiamo la pianta del piede con il palmo della nostra mano e facciamo in modo che eserciti una controspinta. Muoviamo i piedi del bambino in diverse direzioni
(alto basso, lateralmente). Sfreghiamo e massaggiamo i piedi del bambino e le gambe.
Quando avrà iniziato a camminare è necessario che il bambino su superfici diverse.

Esercitare la capacità di stringere e afferrare
Il riflesso di prensione viene via via sostituito dal movimento cosciente di prendere e lasciare.
E’ utile esercitare nel bambino l’utilizzo delle dita in vari modi.

Esempi
Appendiamo anelli di legno o di plastica perché possa afferrarli. Utilizziamo una sbarra o le nostre dita per stimolare il bambino ad aggrapparsi, tenersi e lasciarsi. Cerchiamo di creare un gioco in comune con stimoli e reazioni delicate. Utilizziamo delle filastrocche per accarezzare, premere e battere delicatamente le palme delle mani. Mettiamogli vicino oggetti che il bambino possa prendere e toccare. Man mano che cresce lo stimoliamo ad usare il cucchiaio e la forchetta, appoggiare il bicchiere senza sbatterlo . Arrampicarsi. Far rotolare vari tipi di palloni, imparare a prenderli e lanciarli (fare queste cose insieme al bambino).

Esercitare l’autonomia
L’apprendimento motorio è un processo cognitivo ed emozionale che porta il bambino a conoscersi e ad essere sicuro di sé.

Esempi
Il bambino diventa autonomo e sviluppa la sua inventiva se: gli viene lasciato il tempo e l’occasione di inventare nuove situazioni; gli viene data la possibilità di ripetere e variare ciò che ha provato; gli viene dato il tempo di trovare le sue soluzioni ai problemi; non lo forziamo, non gli chiediamo troppo e soprattutto facciamo in modo che si diverta.

Fonte: Materiale didattico Docente Giuliana Pento Università degli Studi di Padova

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